Il
furoshiki è un particolare pezzo di stoffa,per di più di forma quadrata, utilizzato per trasportare abiti, oggetti oppure doni. Il nome significa
tovaglia da bagno e la sua origine risale al periodo Edo (1603-1868). Il suo utilizzo nasceva da una precisa necessità dovuta al fatto che la gente comune, non potendo riscaldare l'acqua dei bagni con il fuoco perché le case erano costruite in legno o in carta e c'era pericolo d'incendio, si recava ai bagni pubblici ( sentō ) e per portare i propri accessori da toeletta e i vestiti di ricambio li metteva in fagotti di stoffa per facilitarne il trasporto. Prima ancora che il furoshiki venisse associato al bagno prendeva il nome di
hirazutsumi che era più semplicemente un fagotto fatto utilizzando un pezzo di stoffa comune e avvoltolato. L'utilizzo del furoshiki , per la sua praticità, si estese poi ai mercanti per il trasporto di merci o come decoro dei doni. Anticamente la stoffa utlizzata per questo genere di confezionamento era la stessa con cui si facevano i kimoni e solo di recente che vennero utilizzati materiali alternativi come cotone o rayon. Resta però invariato il fatto che spesso queste stoffe sono decorate con disegni tradizionali giapponesi oppure con lo shibori, una particolare tecnica tradizionale di tintura dei tessuti. Sempre nel periodo Edo e anche fino al periodo Showa ( 1926-1989) il furoshiki era utilizzato come trasporto dei doni di nozze e la particolarità erano proprio i decori : gru, uccelli, alberi di pino oppure onde erano i più usati ma anche simboli di buona fortuna.
In Giappone è considerata maleducazione consegnare direttamente a mano i regali per cui il furoshiki viene considerato un valido sistema di incartamento e dal momento che la stoffa è riutilizzabile non è un caso che un dono di contraccambio venga fatto riadoperando la medesima.
Il dopo guerra segnò il declino del furoshiki perché l’introduzione dei sacchetti e delle borse di plastica indusse i giapponesi a cambiare abitudini; solo di recente, quando si è compresa la problematica di smaltimento delle materie plastiche e dell’inquinamento da esse derivate, si è ripensato alla vecchia usanza del trasporto con la stoffa. L'utilizzo di tessuti di origine naturale come il cotone ha tuttora il vantaggio di avere un basso impatto sull'ambiente in quanto inibisce la deforestazione per la produzione di carta per fare sacchetti e il materiale risulta essere biodegradabile, senza contare che essendo riutilizzabile più volte nel corso del tempo è considerato un valido sistema di riciclaggio.
Il furoshiki viene a tutt’oggi utilizzato per impacchettare il bento ( il tipico pasto monoporzione, a base di verdure e pesce preparate secondo la tradizione giapponese) e viene adoperato come tovaglia.
La preparazione del furoshiki si basa innanzitutto sull'uso di una stoffa di forma quadrata che viene poi accuratamente piegata secondo la necessità oppure la forma dell’oggetto da avvolgere . Esistono i sistemi tradizionali per ottenere delle semplici sporte da portare mano o a spalla oppure quelli più moderni per avvolgere oggetti più complessi. Il furoshiki ormai è conosciuto in tutto il mondo come sistema di trasporto delle cose ma in occidente è considerato un’alternativa al confezionamento dei pacchi regalo.
KinchakuQuesto tipo di borsa è anch’essa fatta di stoffa ma presenta sempre dei cordoncini di chiusura o utilizzabili come manici; la forma è semplice e le dimensioni in genere sono piccole ed è paragonabile ad un borsellino. Spesso si usa per il trasporto del bento ma anche come borsetta da abbinare al kimono o allo yukata. Anche il kinchaku è fatto con stoffe decorate per lo più con motivi tradizionali ma attualmente sono più variegati. Molto imitata anche in Occidente per la semplicità di realizzazione e praticità di trasporto; unica differenza sono i tessuti con cui si fa il confezionamento che sono con fantasie non tradizionali giapponesi.
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Edited by Hamm - 28/11/2018, 23:07