Passione in Viola

Kitsune

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view post Posted on 1/8/2017, 08:14
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Kitsune (狐? [kitsɯne]) è la parola giapponese per "volpe". Le volpi sono un soggetto ricorrente e un elemento di particolare importanza nel folclore giapponese; in italiano, kitsune si riferisce ad esse in questo contesto. Secondo la mitologia giapponese la volpe è un essere dotato di grande intelligenza, in grado di vivere a lungo e di sviluppare con l'età poteri soprannaturali: il principale tra questi ultimi è l'abilità di cambiare aspetto ed assumere sembianze umane, infatti esse appaiono spesso con l'aspetto di una bella donna. In alcuni racconti esse utilizzano queste abilità per ingannare il prossimo — come sovente avviene nel folclore comune — mentre altri le ritraggono come guardiani benevoli, amiche, amanti e mogli. Più una kitsune è vecchia, saggia e potente, più code possiede, fino a un massimo di nove.

Le kitsune sono strettamente accomunate alla figura di Inari, il kami shintoista della fertilità, dell'agricoltura e del riso: esse sono al suo servizio col ruolo di messaggere, e tale veste ha rafforzato il significato soprannaturale della volpe. Come conseguenza dell'influenza che esercitano sulle persone e dei poteri loro attribuiti, vengono venerate come fossero a tutti gli effetti delle divinità.

L'origine storica del ruolo centrale della volpe nel folclore giapponese è da ricercare nella sua armoniosa convivenza con gli esseri umani nel Giappone antico, da cui derivano i vari miti e leggende su queste creature.

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Origini

L'origine dei miti sulla kitsune sono attualmente oggetto di dibattito, ma vi è comunque la certezza che numerosi racconti sulle volpi possano essere ricondotti a Paesi quali Cina, Corea, India e Grecia; molte di queste prime storie sono contenute nel Konjaku Monogatarishū, una raccolta di narrazioni cinesi, indiane e giapponesi dell'XI secolo. I racconti popolari cinesi parlano di spiriti-volpi chiamati huli jing (kyūbi no kitsune in giapponese) che posseggono nove code quale peculiare caratteristica. In Corea vi è la figura del kumiho (letteralmente "volpe a nove code"), una creatura mitologica in grado di vivere cento o mille anni; essa è vista come un essere maligno, a differenza della sua controparte giapponese. Secondo alcuni studiosi le caratteristiche comuni presenti in ognuna di queste figure sarebbero da ricondurre a opere indiane quali Hitopadesa (XII secolo) e Pañcatantra (III secolo a.C.), le quali a loro volta avrebbero tratto ispirazione dalle Favole di Esopo (Grecia, VI secolo a.C.), che si diffusero successivamente in Cina, Corea e infine in Giappone.

Il principale elemento di discussione riguardo ai miti sulla kitsune è quindi la difficoltà nell'individuare la loro origine precisa. Alcune correnti di pensiero ipotizzano che tali miti siano esclusivamente di origine straniera, mentre alcuni folcloristi nipponici ritengono il mito della kitsune una credenza indigena giapponese risalente al V secolo a.C.. Uno di questi, Kiyoshi Nozaki, è convinto che le kitsune fossero già diffuse e considerate un personaggio dai connotati positivi nella cultura popolare già dall'inizio del IV secolo; gli elementi importati dalla Cina o dalla Corea sarebbero unicamente le caratteristiche negative. Egli afferma che, secondo un libro del XVI secolo chiamato Nihon Ryakki, le volpi e gli uomini avrebbero convissuto nel Giappone antico, dando origine alle leggende giapponesi su queste creature. La ricercatrice Karen Smyers, interessata agli studi sul dio Inari (nume fortemente legato ai miti sulla kitsune), ritiene che la figura della volpe e la sua concezione negativa come seduttrice e portatrice di sventura, strettamente connessa ai miti sulle kitsune del Buddhismo, siano state introdotte nel folclore giapponese attraverso i racconti popolari cinesi, sostenendo tuttavia che alcuni dei miti contengano elementi unicamente giapponesi.

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Nella tradizione giapponese

Radicate nel folclore, le kitsune compaiono in molte opere del teatro giapponese. Sono presenti in qualità di personaggi delle opere del teatro nō, kyōgen, bunraku e kabuki. Le più famose rappresentazioni sono:

Kuzunoha, protagonista dell'opera bunraku e kabuki in cinque atti chiamata Ashiya Dōman Ōuchi Kagami.
- Tamamo-no Mae, protagonista dell'opera kabuki e kyōgen Tamamonomae e del dramma nō Sesshō-seki, che narrano la storia una donna volpe andata in sposa all'imperatore Toba. Quando l'imperatore si ammalò improvvisamente, ella fu accusata di averlo stregato: una volta smascherata riprese le sembianze volpine ma fu colpita a morte dall'arciere Miura Kuranosuke; quando la volpe morì si trasformò in una roccia nota come la "pietra della morte" (殺生石 sesshō-seki?), che si dice causasse la morte di ogni essere vivente con cui venisse in contatto.
Genkurō, che compare nell'opera drammatica bunraku e kabuki Yoshitsune Sembon Zakura.
La figura della kitsune viene celebrata altresì nei matsuri, i festival tradizionali giapponesi: il quarto sabato di settembre, per esempio, gli abitanti di Hida-Furukawa (prefettura di Gifu) sfilano per le strade della città travestiti da volpi per celebrare il Kitsunebi Matsuri (狐火祭?), il festival del fuoco della volpe; essi si recano presso il santuario di Okura Inari e mettono in scena un matrimonio. Tale cerimonia ha lo scopo di propiziare la buona sorte e termina con un falò presso il santuario. Un festival simile si svolge nel mese di luglio a Okaya, nella prefettura di Nagano. A Kita (Tokyo) si svolge, invece, la parata delle volpi di Ōji (王子狐の行列 Ōji kitsune no gyōretsu?) durante la quale i locali, durante la vigilia di Capodanno, sfilano per le strade travestiti da volpe prima di raggiungere il santuario di Ōji Inari. Questa cerimonia trae origine da una leggenda secondo la quale le volpi di tutto il Giappone si riunirono sotto un grande albero e, travestite da esseri umani, si recarono allo stesso modo al santuario per celebrare l'ultimo giorno dell'anno.

Meritano menzione anche i netsuke, piccoli borselli di legno o di avorio da abbinare agli abiti sprovvisti di tasche (come ad esempio il kimono): questi oggetti venivano intagliati in modo da assumere varie forme, tra cui quella della kitsune.

da Wikipedia

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